''Trentino primo per qualità della vita ma crollati gli indici sulla sanità. E' ora di dire basta: dimissioni raddoppiate, retribuzioni inadeguate. Il personale non ce la fa più'' - il Dolomiti

2022-12-08 11:59:22 By : Ms. Kerry Y

Questo pomeriggio scendono in piazza compatti i medici e gli infermieri e tutti i sanitari. La politica provinciale ha portato in questi ultimi anni a un arretramento molto importante i livelli (un tempo d'eccellenza) della sanità trentina. ''E nei prossimi 8/10 anni oltre 1.000 professionisti andranno in pensione. Non c'è visione, non c'è prospettiva politica, non vengono rispettati i patti. Le carenze sono diventate ormai strutturali. Tutto ciò è fonte di stress e una qualità della vita anche extra lavorativa pessima''

TRENTO. Dopo le richieste di incontri, di approfondimento, di cambi di passo i sanitari, esasperati in Trentino scendono in piazza. L'appuntamento è dalle 14 alle 16 in Piazza Dante per una protesta organizzata da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fp, Fenalt e Nurising Up.

In questi giorni come il Dolomiti vi abbiamo raccontato del fenomeno dei medici ''gettonisti'' punta dell'Iceberg di un sistema sanitario pubblico che si sta disgregando e sta sprofondando in un gorgo senza uscita con i medici del pubblico che preferiscono rendersi ''privati'' per poi tornare nel pubblico da ''gettonisti'' guadagnando di più, gestendo così il proprio tempo (sono loro che danno la disponibilità di turni da fare) e deresponsabilizzandosi (di fatto alla fine delle 12 ore del turno tornano a casa e il loro lavoro è potenzialmente finito non come per un medico del pubblico che fideizzza il paziente). Questo fenomeno, sempre più diffuso anche in Trentino, dovuto al fatto che il pubblico è sempre meno attrattivo, rischia col tempo di svuotare il servizio di sanità pubblica, aumentando le spese e impoverendo il grado di assistenza che viene fornita al paziente.

Ma è solo la punta dell'Iceberg, come dicevamo. ''Basta col dire che va tutto bene - comunicano i sindacati -: da ordini professionali, consulta della salute, sindacati dei medici e del personale si leva alto il grido d’allarme sullo stato di salute della nostra sanità e sulle condizioni di chi materialmente assicura i servizi sul territorio. Medici, Infermieri, Oss, Tecnici, Amministrativi, Ausiliari hanno ampiamente e ripetutamente denunciato l’insostenibilità del proprio lavoro, testimoniando sui media le difficoltà e lo stato di stress in cui versano per carichi di lavoro, turni massacranti, rientri forzati da ferie e riposi, organizzazione e programmazione inadeguate. Eppure si continua a dire che va tutto bene: non è così''.

E lo dimostrano i dati: ''Dal rapporto ''Italia Oggi – La Sapienza'' il Trentino si piazza al primo posto per qualità della vita - proseguono gli organizzatori della manifestazione - ma, proprio alla voce “Sanità”, si posiziona in fondo alla classifica. Disponibilità posti letto reparti specialistici (85° posizione), ginecologia e ostetricia (64°), cardiologia (96°), terapia intensiva (70°), oncologia (64°), per apparecchiature diagnostiche addirittura penultimo posto. Dall’ultima indagine Agenas risulta un peggioramento dei tempi di attesa per accedere alle prestazioni specialistiche, con riflessi sull’accesso alle cure per tumori maligni che hanno sfondato i trenta giorni, con il 28% dei malati oncologici che sceglie di curarsi fuori regione''.

Questi i dati sul ''servizio'', poi c'è il problema, ovviamente collegato, legato al personale stanco, sfibrato, poco gratificato. ''Per stare al personale - proseguono i sindacati - il Trentino è caratterizzato da dimissioni raddoppiate, aumento delle giornate di malattia, aumento degli straordinari e rientri da ferie e riposi, fughe all’estero o verso realtà private o altri territori con migliori condizioni retributive e di conciliazione dei tempi. E ancora rapporto infermieri/pazienti più alto che in altri territori ad autonomia speciale e nelle Apsp si gioca alzando i parametri nei turni di notte''. E le prospettive? ''Nei prossimi 8/10 anni oltre 1000 professionisti sanitari ed un numero imprecisato di amministrativi e tecnici andranno in pensione - spiegano Cgil, Cisl e Uil - aumentando le carenze e le difficoltà di assicurare il turn over''. 

Uno dei problemi è legato alle retribuzioni che non appaiono più competitive rispetto al privato (e nemmeno alla pratica del ''gettonismo''). ''Non sono mai stati forniti i fabbisogni per categoria di personale - chiariscono i sindacati - ma si guarda al solo dato uscite/entrate senza considerare le maggiori difficoltà, le competenze e le professionalità richieste per una presa in carico della popolazione notevolmente cambiata quantitativamente e qualitativamente, con l’aumento di anziani e fragili e l’insorgere di patologie nuove e a volte sconosciute. I livelli retributivi sono fortemente inadeguati rispetto a impegno, competenza e professionalità richiesti per le singole categorie di personale, tra i più bassi d’Europa: eppure è stata necessaria una forte mobilitazione unitaria per far stanziare le risorse – solo a dicembre 2021 – per poter rinnovare il contratto scaduto il 31/12/2018. Ed è tuttora in fase di definizione la partita degli arretrati e delle progressioni economiche con un ritardo frutto di scelte politiche molto precise, a dispetto delle parole sull’impegno e sulla dedizione dei lavoratori della sanità trentina che, al dunque, appaiono chiacchiere di circostanza e pacche sulle spalle a buon mercato''.

I sindacati, poi, lamentano una ''assenza di confronto per la revisione dell'ordinamento professionale e del sistema di classificazione, per il quale vanno stanziate distinte risorse come da impegno politico dello scorso dicembre, al fine della valorizzazione professionale del personale sanitario, tecnico e amministrativo, perché siano rese effettivamente attrattive professioni di grande impegno e responsabilità che non trovano adeguata declinazione nelle attuali declaratorie professionali e relativi sistemi degli incarichi e delle indennità; ricordiamo che a livello nazionale è stato definitivamente sottoscritto il CCNL 2019/2021 con il nuovo ordinamento professionale''. E sulla organizzazione e gestione spiegano che ''si naviga spesso a vista con spostamenti di personale privo della formazione e competenza specialistica necessaria per far fronte alle carenze diventate oramai strutturali, altro che fisiologiche; tutto ciò è fonte di stress e una qualità della vita anche extra lavorativa pessima''. 

''Urgono nuove assunzioni e la stabilizzazione dei tempi determinati assunti in questo difficile periodo - concludono gli organizzatori della manifestazione -. Infine, manco a dirlo, nella imminente manovra di bilancio per il 2023 non c’è un centesimo per il finanziamento del triennio 2022/2024 malgrado le richieste del Sindacato (il CCPL rinnovato è già scaduto il 31/12/2021). E' ora di dire basta. Tutto il sistema sociosanitario e assistenziale trentino è in grave difficoltà e la politica naviga a vista. Ma i risultati sono evidenti: le performance del Trentino sono crollate collocandoci fuori dalla fascia d'eccellenza. L'autonomia speciale deve investire sulla sanità pubblica. Si cambi l'agenda e la visione delle azioni per rafforzare e dare valore al personale, ai servizi sanitari pubblici e alla stessa autonomia''.