Le diete rapide sono la soluzione per dimagrire?- Corriere.it

2022-12-08 12:00:12 By : Ms. Vicky Jiang

Le diete «rapide», molto di moda, possono farci perdere peso in fretta e in maniera duratura? Hanno risposto a questa domanda due esperti (Stefano Erzegovesi , psichiatra, nutrizionista e divulgatore scientifico e Andrea Ghiselli , moderatore del forum Nutrizione di Corriere.it) e una campionessa olimpionica (Elisa Di Francisca ) in occasione di un incontro al «Tempo della Salute», evento organizzato dal Corriere della Sera - Corriere Salute al Museo della scienza e tecnologia di Milano, moderato dalla giornalista di Corriere Salute Silvia Turin.

Dunque, è vero che le diete rapide «funzionano»? «All’inizio danno un segnale molto concentrato e potente — ha sottolineato Erzegovesi, che è anche moderatore del forum di Corriere.it sui disturbi alimentari —. Questo avviene perché l’alimentazione occidentale comprende una grande quantità di cereali raffinati e uno dei “nemici” nelle diete rapide è proprio il carboidrato . Eliminando questo nutriente si ha un effetto immediato apprezzabile: ci si sente più in forma, meno stanchi e anche mentalmente più carichi. Ma, attenzione: l’organismo, nel giro di poco tempo, va “in allerta” ed è molto importante cogliere determinati segnali. Sensazione di “bocca cattiva”, attacchi di stanchezza improvvisi. Una dieta squilibrata, come quella priva di carboidrati, comporta il consumo di troppe proteine animali e grassi saturi, con il rischio di un aumento del colesterolo e del livello di glicemia».

«Viviamo in un mondo “carbofobico” — ha aggiunto Ghiselli —: le persone sono terrorizzate dal fantasma dei “picchi glicemici” che però sono fisiologici, l’importante è saperli gestire. Ormai da decenni sono comparsi nei supermercati alimenti “senza grassi” o “light” , che ci illudono di mangiare meno e meglio. In realtà consumiamo più cibo di quello che ci servirebbe e ci muoviamo poco. Le diete rapide? Dieci giorni con un regime alimentare a scarso apporto di carboidrati (ovvero basato su proteine o proteine e grassi) non fa male a nessuno, a patto che sia integrato con vitamine e fibra . Il problema è che le persone usano le diete rapide come regimi “di mantenimento”, quindi per periodi prolungati, e lì nascono i problemi. Siamo perennemente alla ricerca di un rimedio rapido a una situazione cronica (i chili accumulati negli anni), pensando che basti una “bacchetta magica” per ottenere velocemente ciò che vogliamo. Ma non è così». Lo sa bene Elisa Di Francisca , dato che gli atleti sono abituati ai sacrifici, anche alimentari: «Anche adesso che ho smesso con le gare, cerco di variare gli alimenti e faccio attenzione alle quantità. Per esempio non mangio pasta a cena, ma solo a pranzo, consumo tante verdure e la frutta solo fuori pasto. Metto in tavola alimenti freschi , anche per insegnare ai miei figli a mangiare “bene”. Per quanto riguarda le diete rapide, penso che per ottenere qualcosa sia giusto e utile fare un po’ di fatica».

Quali sono i danni delle diete «veloci»? «Fanno perdere tanta acqua, ma anche muscoli — ha spiegato Ghiselli — e sappiamo quanto sia difficile recuperare massa muscolare. Seguendo una dieta ipocalorica per un periodo prolungato l’organismo si “riassesta”: esiste la cosiddetta “termogenesi indotta dalla dieta ” (fenomeno per cui bruciamo il 10-15% delle calorie che consumiamo), quindi mangiando poco diminuisce il fabbisogno e l’organismo cerca di risparmiare svolgendo meno “cicli futili”, ovvero riducendo al minimo le attività non fondamentali. Anche se non ce rendiamo conto, quando facciamo una dieta ipocalorica importante, ci muoviamo meno . Se poi aggiungiamo l’uso di dolcificanti e dei cosiddetti prodotti “light”, la questione si complica ulteriormente. I prodotti “light” hanno magari pochi zuccheri, ma possono essere pieni di grassi o proteine. In definitiva con le diete rapide il metabolismo soffre, a meno che non ci si faccia seguire da un medico . Si rischia di entrare nel circolo vizioso dell’“effetto yo-yo”, che consiste in una continua oscillazione di peso».

È vero che il successo della dieta dipende dalla forza di volontà di una persona? «Nel mio ambulatorio arrivano persone stremate fisicamente e mentalmente proprio dalle “diete yo-yo” — ha detto Erzegovesi —. Parlare di forza di volontà piace ai medici, ma la verità è che seguendo questi regimi alimentari rallenta il funzionamento delle nostre cellule , che eliminano tutto ciò che non è strettamente necessario. Nel cervello si attivano i “programmi di allerta da digiuno ”, con messaggi “anti-carestia” di cui non ci rendiamo conto: per semplificare, se trovo un albero carico di frutta il cervello mi dice di mangiarla tutta, perché non sa se domani ci sarà qualcosa nel piatto. Chi fa diete squilibrate sviluppa il “craving ”, ovvero un desiderio irresistibile di carboidrati: si comincia mangiando un biscotto alla sera, poi due, con la sensazione di non riuscire a fermarsi. Nel corso delle settimane l’umore assume toni di autosvalutazione e si innesta un circolo pericoloso: non è questione di forza di volontà, ma di biologia. La soluzione è cambiare le nostre abitudini quotidiane. Non possiamo stare seduti tutto il giorno mangiando cibi ricchi di grassi saturi e carboidrati raffinati e poi fare una dieta drastica sperando di “risolvere il problema” in pochi giorni».

Metà della popolazione pesa troppo

«Viviamo in un ambiente “obesogeno” — ha aggiunto Erzegovesi —: il nostro livello di attività è bassissimo perché abbiamo tutto a portata di mano, a partire dal cibo. Basta un clic su un’app per farci portare a casa alimenti ad altissima densità calorica. La tentazione è forte, perché il nostro desiderio di cibi gratificanti è perennemente aumentato dallo stress . L’ambiente influisce sull’alimentazione, ma non siamo “condannati”, possiamo comunque fare delle scelte pensando al nostro stato di salute presente e futuro». «Siamo circondati di cibi pronti, quasi già “masticati” perché unti, ricchi di salse — ha confermato Ghiselli —. Risultato: il 50% della popolazione italiana adulta è in eccesso ponderale e l’altro 50% fa enormi sforzi per tenere sotto controllo il proprio peso».

Come si fa, in definitiva, a “mangiare bene”? «Per raggiungere questo obiettivo serve un po’ di tempo (una ventina di minuti al giorno) e passione — ha sottolineato Erzegovesi —. Il cibo “veloce” si assorbe rapidamente e non facilita il controllo del peso. Pensiamo al confronto tra il tempo necessario a masticare una carota e quello che serve per masticare una merendina di produzione industriale. Il mio consiglio è tornare all’alimentazione mediterranea “povera” , quella tipica delle cosiddette “zone blu” del pianeta dove le persone vivono più a lungo: verdura in grande quantità, carboidrati “rustici”. Limitiamo il consumo di proteine animali e prodotti raffinati, aumentiamo quello di fibre che si trovano solo negli alimenti di origine vegetale (non sono presenti in quelli di origine animale). Quando facciamo la spesa possiamo dividere il carrello con una corda: una metà dovrebbe essere riempita solo con frutta e verdura . Sono piccoli accorgimenti per tenere sotto controllo il peso e non considerare più la “dieta” come una punizione».

Non è un’impresa impossibile

«Una dieta rapida può essere utile, sotto controllo medico, per perdere peso , in modo da essere poi invogliati a seguire uno stile di vita migliore e non riprendere i chili — ha concluso Ghiselli —, ma in ogni caso non possiamo scendere sotto le 1.200-1.300 calorie al giorno. Il mio consiglio per stare bene e non ingrassare è muoversi di più e mangiare meglio: frutta, verdura, cereali integrali e legumi . Tra i prodotti animali meglio scegliere il pesce e i latticini magri. Riduciamo il consumo di alcol e zucchero. Non è un’impresa impossibile e i vantaggi per la nostra salute, anche futura, sono grandi».

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