Base di Aviano: ecco i nuovi squadroni con due corpi speciali di soccorritori Usa - Messaggero Veneto

2022-12-08 12:00:37 By : Mr. chen li

Reparti unici in Europa per interventi in caso di calamità e terremoti. Previste sinergie con 118, alpini, esercito e pompieri

AVIANO. Per loro è stato costruito un nuovo edificio, l’ultimo dei grandi lavori di Aviano 2000 che si possono ormai considerare conclusi. Per i loro cinque elicotteri Hh-60G (tre già atterrati, due ancora in Inghilterra) è a disposizione il ristrutturato hangar 3. È quasi concluso il trasloco, nella Base di Aviano, dei 56° e 57° Rescue squadron, che «presto saranno pronti per supportare le operazioni di soccorso in situazioni di pace e di conflitto». Due squadroni che daranno una marcia in più ai già altamente professionali organi di soccorso di cui dispone il Friuli Venezia Giulia. Oltre agli F-16, quando alzeremo gli occhi al cielo vedremo pure gli elicotteri, di giorno e di notte, perché «le operazioni in notturna sono indispensabili per mantenere alto il livello di preparazione del personale». Il 56° di fatto si occupa dei velivoli, il 57° del personale di soccorso, all’avanguardia nella tecnologia e nella formazione. Interagiranno con le strutture operative italiane: il soccorso alpino (Sagf, Cnsas, Montagna), le truppe alpine (Julia, Tridentina, Taurinense), le Forze speciali (17° stormo, 4° e 9° reggimento, Goi e Gis) e con gli aerosoccorritori, ovvero 15° stormo, guardia costiera, elisoccorso 118, guardia di finanza e vigili del fuoco. Il 56° porta in dote cinque elicotteri e 50 avieri, il 57° una quarantina di soccorritori specializzati in sopravvivenza. Con loro, 269 manutentori e 400 famiglie. «Siamo organizzati in squadre di 6-12 soccorritori», abilitati per le situazioni di combattimento e ambienti civili. «La preparazione è paramedica, con possibilità di effettuare interventi chirurgici di emergenza e trasfusioni e missioni in acque rapide, terremoti, spazi piccoli, tortuosi». Gli Hh-60G – causalmente ieri “salutati” dal sorvolo nei cieli pordenonesi di un Eurofighter – sono dotati di visori notturni e due mitragliatrici per difesa; volano con due piloti e due tecnici a bordo e possono intervenire in tre modi: col verricello, cavo di 60 metri che può sollevare sino a 500 chili e penetrare in aree boschive con barella e cestello; con una fune di 15 metri (per il recupero veloce di personale); con la scaletta di 5 metri. Il velivolo ha un’autonomia di 4,2 ore e 400 chilometri di distanza e può rifornirsi in volo. Il capitano Martin Trevor rassicura: «L’addestramento avverrà all’esterno dei centri abitati e sopra i 500 metri di altezza». E spiega perché è stata scelta Aviano: è la base che dispone a breve distanza di montagna, lago, fiume, mare, pianura, poligoni di tiro e zone di lancio e confina con Slovenia e Croazia, con le quali «sarà possibile la cooperazione» così come con lo stormo di Cervia. «La presenza dei due nuovi squadroni rafforza le possibilità di collaborazione con i soccorsi italiani – dice il comandante dell’aeroporto colonnello Vincenzo Tozzi –. Così come avviene con i vigili del fuoco, l’ultima volta nell’incendio di una fabbrica la scorsa settimana». Aviano sinora era conosciuta per gli F-16: «Ora lo sarà anche per i soccorsi all’avanguardia. La struttura e le potenzialità del reparto, infatti, sono uniche in Europa», precisa il vicecomandante del 31° Figther wing, colonnello David Chace. «L’addestramento notturno è fondamentale: non tutte le aeronautiche del mondo sono abilitate. Quella italiana e quella americana sì».  

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