Morto Angelo Abbondio, pioniere dell’industria del risparmio - MilanoFinanza.it

2022-12-08 12:08:37 By : Ms. Sunny Chen

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Angelo Abbondio, storico agente di cambio italiano e pioniere dei fondi comuni d’investimento a metá degli anni Ottanta del secolo scorso, è scomparso martedì 6 settembre a 80 anni. Nato a Milano nel 1942, si era guadagnato negli anni il soprannome di “guru” di Piazza Affari.

Abbondio è a tutti gli effetti uno dei padri dell'industria del risparmio gestito grazie all'enorme successo del suo Fondo Professionale targato Sprind. Fu uno dei primi fondi comuni di investimento: il terzo, per esser precisi, dopo Imi e Ras. Abbondio lo costituì nel 1984, quando il settore venne  disciplinato dalla legge 77 del 1983. Con lui collaborò un gruppo di dieci agenti di cambio, tra i quali Ettore Fumagalli, Attilio Ventura e Renzo Zaffaroni. Il Fondo professionale venne poi comprato dal gruppo De Benedetti. La decisione di vendere, da parte di Abbondio e degli altri fondatori, arrivò quando il Tesoro impose di scegliere tra il ruolo di gestori e quello di agenti di cambio.

A metà anni Novanta ha creato Symphonia Sgr, un delle realtá italiane piú dinamiche nel panorama del private banking. Azionisti della sgr erano la fondazione Umano progresso, costituita da Abbondio all'epoca della vendita di Sprind, con il 70% e con il 30% il team di gestione composto dallo stesso Abbondio, dal figlio Giampaolo, da Filippo Casagrande e da Luigi Ravasi. Symphonia, che aveva sede in Svizzera, verrà poi ceduta alla Bim della famiglia Segre nel 2003 per 70 milioni di euro.

Ma Abbondio è ricordato anche per l'acquisto, nel 1986, del celebre dipinto “Fiumana” di Giuseppe Pellizza da Volpedo: l'opera, un’anticipazione del “Quarto Stato”, venne comprata all'asta e poi donata alla Pinacoteca di Brera, a Milano.

“Personalmente sono nato con la gestione dei fondi che investivano a Piazza Affari”, aveva dichiarato nel 2003 Angelo Abbondio a Milano Finanza commentando l’addio a Symphonia Sgr. “Una volta era sufficiente concentrarsi in un solo listino. Adesso, invece, quello dei fondi è diventato un mondo sempre più complicato. Non basta più avere solo prodotti azionari. Le variabili in gioco sono molto complesse. Oggi i mercati funzionano come vasi comunicanti. Bisogna guardare anche le società estere per poter investire in quelle italiane. Quindi, inevitabilmente, una gestione deve essere anche internazionale”. (riproduzione riservata)

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